RIFLESSIONI.

Ringraziamo l’Autore per averci concesso la pubblicazione.

usaDIECI SAGGI PER PERDERE TEMPO, MA IL TEMPO NON ERA DENARO?

Nonostante le evidenze e la confessione del senatore della lega Garavaglia su come sia salito il governo Mario Monti, quasi imposto dai commissari della BCE, molti italiani non solo non hanno compreso l’operazione gravissima sotto il profilo democratico, pari a un colpo di stato, ma sono pure riusciti a votarlo e farlo rieleggere. L’articolo 90 della costituzione purtroppo esenta il presidente della repubblica da responsabilità nel suo operato, quindi di fatto si esercita una sorta di infallibilità papale che gli permette di fare delle cose che oltre ad essere contro la democrazia, che sarebbe il minimo, favoriscono il pensiero unico del neoliberismo facendo inginocchiare un intero stato ai voleri dell’alta finanza che rimane soggiogata dal ricatto degli spread e dei mercati.Le elezioni hanno restituito uno stallo che ha praticamente  messo tre forse politiche in una quasi parità che non ha prodotto la nascita di nessun governo. Tutto ciò ha messo in difficoltà il presidente Napolitano, nell’assegnare l’incarico definitivo, forse non si aspettava che il M5S uscisse con questa tale forza. Ma in qualche modo, forse, questo stallo che ha prodotto una fase di non governabilità, ha fatto comodo al prolungamento del governo Monti (suo diretto incaricato)  affinché portasse a compimento le scelte neoliberiste suicide operate prima delle elezioni. Naturalmente se non c’è una maggioranza si deve andare ad elezioni, ma la scelta del Presidente in scadenza si è rivolta a “dieci saggi”, (come si prende questo titolo?) che dovrebbero essere dei facilitatori, non si comprende per cosa? , ma per lo meno dovrebbero portare il parlamento alla elezione del nuovo presidente e si auspica anche una nuova legge elettorale. Certamente tutto questo teatrino è una perdita di tempo e ricchezza rubata e bruciata, mentre si suicidano ogni giorno imprenditori sotto una finanza usuraia lasciata operare e legalizzata da una classe politica che ha perso ogni senso di sovranità e dignità.

 C’E’ SEMPRE UN SUD

In Svizzera sono cominciati a comparire dei movimenti e dei manifesti contro gli immigrati sopratutti nel Canton Ticino che è il sud della Svizzera e che è la parte che confina con l’Italia la quale subisce il più alto tasso di lavoratori pendolari transfrontalieri. Si noti che quando la crisi morde, il popolo anziché capire le cause e le origini che l’hanno generata, spesso  comincia a fare la guerra con se stesso, una guerra tra poveri. Questo movimento anti immigrati lamenta che gli italiani fanno lavori ad un salario più basso di quello che invece sarebbe corrisposto se fosse uno svizzero a farlo. Una situazione che si ripete ogni volta che ci sono a confine due nazioni con modelli economici e sociali diversi, ma è una storia che conosciamo bene anche in Italia con l’invasione straniera che subbiamo giornalmente dagli immigrati extraeuropei ed europei.  La Svizzera ha un costo della vita decisamente più alto dell’Italia, e parliamo di un confronto con il del nord ricco dell’Italia, eppure molti  italiani tutti i giorni vanno a lavorare in svizzera e poi tornano in Italia a dove spendono meno. Chi ci guadagno in tutto questo ? Alla mente viene subito la lotta operaia contro il padrone che pensa solo al maggior profitto. La Svizzera pur avendo una economia completamente diversa non è immune dal pensiero unico imperante del neoliberismo che prevede il maggior profitto a prescindere, di conseguenza se un imprenditore può aumentare il suo margine abbassando il costo della manodopera lo farà sempre. C’è un impianto ideologico sulla economia globale che prevede competizione, profitto, ed interessi e tutto ciò non fa altro che generare tante frontiere di sud e nord che scaturiscono da invitabili protezionismi che sono assolutamente giustificati in queste condizioni di mare mosso economico.  La vera linea di demarcazione tra sud e nord  purtroppo è solo nella nostra testa, li è il solo luogo geografico dove comincia ogni sud ed ogni nord.

SUIDICI DI STATO, UN SORTA DI MALE NECESSARIO PER STARE IN EUROPA

Si susseguono i suicidi per la crisi imperante, il rischio è che cominciamo a farci l’abitudine un po’ come la fame nel mondo, si, sappiamo che c’è ma alla fine poiché accade lontano da me e non mi coinvolge direttamente, salvo un minuto di indignazione, tutto torna come prima. Lo stato è complice se non addirittura il colpevole per molte ragioni, in quanto le scelte economiche operate sempre e solo in una direzione, ossia quella del rispetto dei mercati, ha determinato  di fatto una cessione di sovranità insopportabile verso una Europa fatta da multinazionali e banche che nulla hanno a che vedere con l’autodeterminazione dei popoli.  Ancora ricordiamo non poco tempo fa da Monti e da Napolitano l’auspicio a cedere  ancora quote di sovranità per il progetto europeo, ma questo progetto ad oggi sta per avere effetti disastrosi,  altro che Nobel per la pace per non avere avuto più conflitti interni tra nazioni europee. Oggi se non mutano le scelte si andrà verso il conflitto civile e sociale. Se l’Europa non cambia la sua strategia di appoggiare gli usurai intenzionali, i sudici non potranno che aumentare. I fallimenti delle imprese sono suicidi economici. In Europa non esiste una vera unità politica, ed il parlamento europeo  è quasi una farsa, tutto viene deciso in seno alla commissione fatta da nominati dalle plutocrazie. Per il cittadino europeo questa Europa fatta quasi esclusivamente per imporre il dominio dell’euromoneta come euro truffa, ormai è solo un cappio al collo che si strige sempre di più ed è un cappio anche per i cittadini ed imprenditori che decidono di emigrare a miglior vita a causa della scientifica e voluta stretta monetaria. Il suicidio diventa l’ultima scelta di libertà in uno stato che permette una politica che difende solo i banchieri a scapito dei cittadini.

QUANDO LA COSTITUZIONE DIVENTA MOTIVO DI CONTESTO

Ha fatto scalpore la lettura della costituzione nelle due camere parlamentari da parte del movimento cinque stelle, certamente in un momento in cui tutta la politica, e con essa tutti gli apparati statali sono stati trasformati da anni di leggi neoliberiste, ritornare ad una costituzione, che per quanto partigiana ha uno stampo nazional-sociale, diventa duro e  al limite del paradossale leggerla. I parlamentari di professione, quelli a cui  la stessa costituzione gli da l’immunità, hanno perfino deriso questo evento, della serie, “non accettiamo lezioni di costituzionalità da un movimento fatto da un comico”. Gli stessi, che per intenderci, l’hanno tolta dagli insegnamenti scolastici. In uno stato in cui oltre 40 anni di politiche neoliberiste, che prevedono una dissoluzione lenta, graduale ed inesorabile di ogni forma di presenza dello stato e con esso anche ogni sovranità, diventa difficile ritornare alla fonte prima del diritto di una nazione quale è la carta costituzionale, al punto che  fare la cosa più naturale e giusta che un parlamento dovrebbe fare ossia legiferare tenendo presente sempre i principi costituzionali in mente per essere coerenti, diventa una cosa rivoluzionaria e ridicola. Quante volte gli inviati delle iene, hanno colto in fallo senatori e deputati che non sapevano nemmeno, quanti articoli ha la costituzione? Ora quella stessa classe politica  non vuole lezioni sulla costituzione?  La stessa corte costituzionale dovrebbe leggerla prima di valutare le leggi che esamina per “anticostituzionalità”. Ci sarebbe da demolire una enorme parte dell’architettura giurisprudenziale anticostituzionale e ricominciare tutto da capo.  La stessa costituzione ha la necessità di un aggiornamento, ma non come è stato fatto dal governo Monti frutto di un Colpo di stato e come vorrebbero i neoliberisti con il “fiscal compact” messo in costituzione, ma esattamente nell’opposta direzione, ossia nessuno stato si deve indebitare con una banca privata, con l’aggiunta che tale articolo non può essere oggetto di revisione.

Distinti Saluti

Giuseppe Turrisi Salvatore

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5 risposte a RIFLESSIONI.

  1. Stelvio Dal Piaz ha detto:

    Ci sono momenti in cui l’unica legge che domina è quella del “Marchese del Grillo”; il popolo non conta nulla e non conta nulla perchè non è popolo ma gregge. Questa è la realtà dalla quale noi dobbiamo partire per ogni tipo di valutazione. Quindi, in questo contesto, NOI non possiamo che essere una Avanguardia di popolo che ha – come scopo contingente – , di tenere acceso il “FUOCO DI VESTA”. L’isolamento non ci deve scoraggiare , ci deve dare la forza di non mollare nella consapevolezza di essere nel GIUSTO. Questa non è presunzione, è solo l’orgoglio di far parte della STIRPE ITALICA. In alto i cuori !

  2. andrea ha detto:

    Questo movimento anti immigrati lamenta che gli italiani fanno lavori ad un salario più basso di quello che invece sarebbe corrisposto se fosse uno svizzero a farlo.
    quote

    ….e fanno bene a lamentarsi,mandiamo nella confederazione frotte di italianuzzi che,come fanno gli extracomunitari quì, vogliono lavorare a nero per fregare i bravi elvetici i quali non essendo marci come il bastardume italico,civilmente,manifestano per salvaguardare loro e la loro economia da questa mentalità levantina e mafiosa….ovvero quello che dovremmo fare anche noi.
    l articolista invece che fà ? invece di elogiare chi non vuole essere infettato dalla nostra furbizia miserabile tira fuori frasi vuote da centro sociale -antirazzista-
    bah…sarà per questa mentalità che quando vado all estero alla parola italiano fanno seguire spesso l aggettivo….ladro.

  3. P.T. ha detto:

    Il nostro dramma è non solo che il popolo non conta nulla in quanto gregge , ma ancor di più perché gregge è anche il parlamento ( un aula belante e multicolore, bivacco di pecore e pecoroni), le istituzioni, i vertici di comando. L’orgoglio che ci fa sentire appartenenti alla stirpe italica ci smuove a sdegno a vedere tutto questo, e subire questo oltraggio della nostra amata Patria. In alto i nostri cuori!

  4. Lupo di Selva Usn ha detto:

    ARTICOLO CONCRETO E REALISTA, OFFRE UNA CONFERMA ALLA NOSTRA CONSAPEVOLEZZA CHE QUEST’EPOCA, SOTTO IL MAGLIO DELLE PLUTOCRAZIE USURAIE, SIA GIUNTA IN UN PUNTO DI NON RITORNO
    IL MOTTO “CREDERE, OBBEDIRE E COMBATTERE” E’ UNO DEI TESTIMONI CHE CI SONO STATI AFFIDATI; INIZIAMO DAL PENSIERO, DALLE SCELTE E DALLE AZIONI CHE NE CONSEGUONO “SURSUM CORDA”!

  5. DBSN ha detto:

    Andrea, credo che l’articolista non volesse proprio intendere ciò che dici…potrei sbagliare…ma ti dico la mia tramite delle domande: questa assurda immigrazione che “appesta” ogni popolo, non solo quello ITALIANO, da chi è vuoluta? quando un popolo viene smembrato culturalmente, tradizionalmente, e razzialmente, qual è il risultato? chi è che si è arricchito con la “tratta dei negri” per 4 secoli?
    L’immigrazione va indubbiamente fermata, ognuno deve essere “libero” di stare a casa sua, poi tra “case” e “familie” diverse si può essere amici, avere legami, e fare “comunità di popoli”.
    Ma se non ci liberiamo dal sistema usurocratico potremo mai fare questo?
    Se non riprendiamo la nostra sovranità NAZIONALE e TERRITORIALE potremmo mai parlare di ITALIA e di ITALIANI?
    Se non iniziamo a battare moneta in base al nostro LAVORO, alle opere pubbliche e ai servizi pubblici, riusciremo mai ad uscire dalla crisi creata dalla finanza internazionale?
    Se non nazionaliziamo/socializiamo i settori strategici (che si stanno trasformando continuamente in s.p.a. in accordo col mercato globale) avremo mai il lavoro per il nostro POPOLO?
    Se la medicina non smette di stare in mano alle industrie farmacologiche (quindi all’alta finanza che specula sulla nostra salute) potremmo mai guarire dalle malattie del secolo (risparmio al lettore l’elenco demoralizzante)?
    Spero di aver reso l’idea…

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